Simposi

Ogni simposio è un tempo concentrato, condiviso. Un’occasione di ascolto e scambio con un luogo, la sua materia, e le persone che lo abitano. Le sculture che ne nascono sono intrecci di visioni che si contaminano, radicandosi nel territorio.

Rimangono come presenze vive, testimoni del legame tra artisti e abitanti che le hanno viste nascere — spesso ritrovando in esse un frammento di sé, il ricordo di un tempo condiviso.

Gestazione

Simposio in Volterra (PI), toscana, 2024.

Alabastro statuario, Alabastro Bardiglio, marmo Porto oro .

Pinacoteca e museo civico di Volterra.

Ispirata dalla simbologia spirituale dell’uovo nero, ho immaginato una figura umana come luogo di gestazione di ciò che ancora non ha preso forma: idee, desideri, visioni latenti.

L’opera invita a riconoscere intimamente il valore delle nostre fragilità e potenzialità inespresse, riaffermando la responsabilità profonda di ciascuno nel perseguire il proprio percorso interiore e creativo.

Forma ricorrente nei souvenir in alabastro, l’uovo nero in portoro — acquistato a Carrara — viene qui reintegrato nell’opera, trasformando un oggetto standardizzato in parte viva di un gesto artistico.

La Vittoria di Pirro

1° Simposio di Ascoli Satriano (FG), puglia, 2024.

Pietra Aprìcena 75x45x45

Sul tema “La vittoria e la sconfitta”, ho ideato la testa capovolta della dea Vittoria.

Proprio ad Ascoli Satriano ebbe luogo la celebre Vittoria di Pirro, ottenuta contro i Romani nel 279 a.C. Una vittoria dal costo talmente alto — in vite, armi e animali — da trasformarsi in un preludio alla sconfitta.

La testa rovesciata della Vittoria diventa così simbolo di un trionfo sacrificato, bottino silenzioso di una guerra inutile, ma anche invito a riflettere: quale vittoria stiamo inseguendo che, in realtà, ci allontana da noi stessi?

La scala incastonata nel capo apre un doppio percorso: puoi scegliere di guardare dentro, salire o discendere, ma resta una soglia che interpella.

Sà Maiarja

29' Simposio Internazionale, Fordongianus (OR), 2023.

Pietra Trachite - 300 x 60 x 40 cm

|“La Guaritrice,” in lingua Sarda|

L’opera nasce dall’incontro con le antiche terme romane di Fordongianus, luogo sacro dedicato alla guarigione.

L’acqua, che sgorga ancora oggi a 52–56 °C, è conosciuta per le sue proprietà terapeutiche. Ogni giorno, durante il simposio, ho potuto immergermi nel punto in cui la sorgente incontra le fredde acque del Tirso, sperimentandone il potere rigenerante.

Le forme architettoniche della scultura reinterpretano i resti del sito, mentre il volto scolpito al centro dà forma allo spirito del luogo, rendendolo presenza tangibile.

È preziosa la cura che questa terra e questo popolo custodiscono. Attraverso la cultura, ne preservano il potere e ne rinnovano il mistero.